mercoledì 8 giugno 2011

Dylan Dog e Saint Seiya

Ok. Avevamo un pubblico che richiedeva nuove avventure. Avevamo un disegnatore capace. Mancava solo una storia. O forse anche no.
La storia era un po' che mi frullava in testa e forse ve ne ho pure parlato, qui o in altre occasioni: cosa facevano i Saints durante i periodi di non belligeranza? Stavano a ciondolarsi aspettando che i Gold risolvessero i problemi del mondo? E la questione della reincarnazione in corrispondenza delle Guerre Sante, che spazio lasciava al valore dei guerrieri dei periodi di mezzo? Questi e altri erano gli spunti e la storia che doveva uscirne doveva definire quali erano gli incarichi affidati alle caste inferiori, senza scomodare i Gold Saint. Una cosa abbastanza grave da destare l'attenzione del Grande Tempio di Atene, ma non sufficiente da mobilitare l'artiglieria pensante. Niente dei, titani o Armageddon. Nemmeno però episodi riguardanti diatribe con i guerrieri di Odino o di Nettuno. Quindi nemmeno i giganti nordici, troppo assimilabili agli avvenimenti dell'Episode G.
A complicare il tutto l'approccio usato su “Hell's Bells”. Divertente, certo, ma staccava drasticamente con il tono della serie classica (salvo per rare flautolenze di un certo cavallo alato...).
Così si è pensato di partire con un episodio di passaggio, “Highway to Hell”, in cui fosse chiarita la motivazione della serie e il collegamento con la prima puntata di quella che sarebbe diventato Episode S.
Tre pagine ma dense di avvenimenti e di nozioni. L'occasione per pubblicare questo trait d'union fu la ristampa di quel famoso numero che tante soddisfazioni aveva portato in casa Cyrano Comics e che ci veniva richiesto dagli amici Dylandogofili, grazie al cui apporto Comics Factory 3 ristampa si vedeva rimpolpato con nuovi contenuti, tra cui una storia disegnata dal bravissimo Riccardo Nunziati, fans d'eccellenza dell'indagatore dell'incubo.



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